Il sentiero di trekking collega Sappada a Tarvisio e, lungo i suoi 200 km, percorre in quota la lunga ed articolata Dorsale Carnica principale collegando le malghe, gli agriturismi e i rifugi del versante italiano ed austriaco. Il percorso, fruibile in entrambi i sensi, si sviluppa lungo strade sterrate, sentieri e vecchie mulattiere che non presentano difficoltà escursionistiche di rilievo.
ACCESSO: raggiungibile da Ugovizza per la strada della Val Uque e poi attraverso carrareccia con sentiero CAI 507. Raggiungibile anche con fuoristrada.
Il Rifugio Pier Fortunato Calvi sorge sulla conca dove sgorgano le acque del Fiume Piave, tra il Monte Peralba e il Monte Chiadenis. È gestito da oltre 40 anni dalle famiglie Galler e Pachner che garantiscono una cucina semplice ma molto varia, potendo degustare molti piatti della tradizione sappadina. La polenta rigorosamente cucinata sulla stufa a legna, i dolci fatti in casa, l’ampia scelta di grappe fatte in casa, con erbe e profumi della zona. In particolare la rinomata P38, la cui ricetta è un prezioso segreto. Il Rifugio è un comodo punto d’appoggio per gli escursionisti, gli appassionati di free climbing, gli amanti della natura ma anche per chi volesse affrontare una gita alla scoperta dei luoghi della Grande Guerra (gallerie, fortini, postazioni). Localizzato al confine Italo-Austriaco, il Rifugio è una delle possibili tappe della famosa Traversata Carnica, che passando proprio alle pendici del Monte Peralba, collega San Candido con Tarvisio. Il panorama mozzafiato che si può ammirare dal Rifugio è spesso oggetto di foto e riprese dei frequentatori. Fu costruito nel 1925 dal Comune di Sappada. Innaugurato nel 1926. Funzionò per alcuni anni come rifugio alpino per divenire poi una struttura della guardia di finanza. Ridivenne rifugio alpino nel'38 ma fu gravemente danneggiato durante l'ultimo conflitto mondiale. Alla fine della guerra fu ristrutturato e nel '54 divenne di proprietà della sez. C.A.I. di Sappada.
ACCESSO: in auto, moto o bici, da Forni Avoltri una carrozzabile conduce a Collina e successivamente a loc. Plan Val di Bos, dove il rifugio è posto. A piedi: dal Rifugio Marinelli lungo il sentiero CAI 143 e dal Rifugio Lambertenghi lungo il sentiero CAI 144. Area camping, escursioni guidate. Servizio Wi-Fi
ACCESSO: dal versante di Forni Avoltri, dal Rif. Tolazzi su strada sterrata lungo segnavia CAI 143, si giunge al Rif. Marinelli in 2 ore. Dal versante di Paluzza: lungo la SS52 bis per Passo M.te Croce Carnico, si prende la strada sterrata a sinistra appena prima del confine. Seguire il segnavia CAI 146 della Traversata Carnica. La strada diventa subito sentiero e in 2.30 ore porta al rifugio. Itinerario alternativo: dal Passo di Monte Croce Carnico sui sentieri CAI 146/148, il tratto attrezzato La Scaletta e i Monumenz, in 3 ore passando accanto al laghetto Plotta.
La malga è stata recentemente ristrutturata mantenendo le stesse caratteristiche architettoniche di un tempo, a poca distanza si trova il lago di Malins, la fauna acquatica è costituita prevalentemente da tritoni. Il pittoresco paesaggio alpestre circostante è reso particolarmente suggestivo dalla veduta in direzione delle Dolomiti Pesarine. Proseguendo a sinistra della casera, si raggiunge malga Vinadia Grande, per poi scendere in Val Pesarina.
L’area dell’alpeggio, costituita da diversi ambienti – il pascolo, i manufatti, il bosco, le pozze dell’acqua – è frequentata da numerose specie di uccelli, come il codirosso spazzacamino e lo zigolo giallo, che qui trovano le condizioni ottimali per il cibo e la nidificazione. Il gran numero di piccoli volatili attira però l’attenzione del loro più assiduo predatore, lo sparviere. Proseguendo, dalla casera si raggiunge malga Pieltinis e da qui all’omonimo monte (CAI n. 206).
Sul percorso CAI n. 402, che da Pramosio conduce a Malpasso, si trova la lapide dedicata a Maria Plozner Mentil, caduta durante il primo conflitto mondiale mentre riforniva i reparti della prima linea. La sua storia, come quella di tutte le portatrici carniche, fu progressivamente dimenticata fino al 1997 quando l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro conferì loro la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Dal Passo Pramosio si possono visitare le numerose testimonianze del primo conflitto mondiale, cioè gallerie, trincee e postazioni. Presso Malga Pramosio si trova l'unica galleria mineraria di epoca medievale delle Alpi Orientali ancora integra nella sua forma originaria. Proseguendo oltre la casera, sempre su percorso CAI n. 402, ci si può portare a casera Malpasso ricovero Morgante, alla casera delle Manze e, più in alto, a casera Pramosio Alta con lo splendido laghetto Avostanis, sovrastato da una delle falesie più belle dell’arco alpino orientale.
I pascoli di malga Pieltinis comprendono tutto il versante Est dell’omonimo monte e l’impluvio sottostante la vetta presenta una brughiera fra le più ricche dell’intera cerchia delle Alpi Carniche. Sui prati adiacenti alla malga, accanto al rabarbaro alpino, troviamo anche la codolina alpina, il dente di leone e la campanula di Scheuchzer. Da casera Pieltinis si può salire a destra, per scavalcare forcella Ielma e scendere alle malghe Ielma di Sopra e di Sotto e quindi portarsi in Val Pesarina (CAI n. 218); proseguendo a sinistra delle logge si valica la forca di Pieltinis e si scende alle malghe Vinadia Grande (CAI n. 204).
L’altopiano del Montasio è il più ampio territorio destinato all’alpeggio dell’intera regione. Nel comprensorio troviamo le seguenti malghe: Cregnedul di sopra, Larice, Parte di Mezzo e Pecol in cui si svolge la caseificazione e l’attività agrituristica. L’altopiano del Montasio, luogo di straordinaria bellezza, è stato l'arrivo di una tappa del Giro d’Italia 2013. La storia parla della nascita del formaggio Montasio all’inizio del 1200 a cura dei frati benedettini di Moggio Udinese. Dal punto di vista naturalistico si possono ammirare creste di gallo, ginestre, marmotte, cervi, camosci, caprioli e volpi. La malga ha quattro sottonomi: Pecol, Barboz, Parte di Mezzo e Larice. Dai Piani del Montasio è possibile tornare a Sella Nevea e scendere a Tarvisio passando dal paese di Cave del Predil e l’omonimo lago. Partendo dalla casera Pecol si può raggiungere comodamente il rifugio Giacomo Di Brazzà (CAI n. 622), splendido balcone sul gruppo del monte Canin.
Nel 1478 nel Plan di Lanze avvenne un sanguinoso scontro tra i turchi che tentavano di valicare il passo e le truppe della Serenissima, affiancate dalle milizie popolari carniche. I turchi vennero sconfitti e respinti e la Carnia salvata dalle loro temute scorribande. La leggenda vuole che il nome, Plan di Lanze, derivi dalle lance abbandonate sul campo dai turchi battuti. Presso Malga Cason di Lanza è possibile assistere durante la lavorazione del latte e la trasformazione in prodotti caseari. A circa cento metri della casera è stata allestita una palestra di roccia a scopi didattici. Da questa località si può godere di una splendida vista sul Monte Zermula e la Creta di Aip. La casera è il punto di partenza per innumerevoli escursioni, tra cui le salite sui monti Zermula (2.143 m) (CAI n. 442 e 442A), oppure al bivacco Lomasti, attraverso malga Val Dolce e la Conca di Aip (CAI n. 439 e 440).
Cielo blu intenso, pascoli verdeggianti, lontana dal resto del mondo, e comunque vicina: la malga Dellacher Alm è un’affascinante area di rifugio per tutti coloro che desiderano staccare dalla quotidianità e fare il pieno di energia fra le montagne, offline, perché non c’è campo per cellulari, radio o televisori. Soltanto Madre Natura provvede all’intrattenimento. Tuttavia, non c’è modo di annoiarsi. I bambini si svagano all’aperto senza pensieri, mentre gli adulti scambiano qualche chiacchiera davanti alla fontana o si accomodano sulla panchina al sole davanti al rifugio. Anche i cani sono i benvenuti in malga. E coloro che desiderano soffermarsi più a lungo possono affittare una delle 25 baite. Nel complesso la Dellacher Alm conta 36 baite realizzate come un tempo ancora in legno e pietra. Talune hanno persino un tetto tradizionale in scandole lignee, come la locanda della famiglia Pipp che vizia i propri ospiti con specialità regionali, fra cui naturalmente il formaggio saporito Gailtaler Käse e il burro d’alpeggio. In ogni caso, nessuno lascerà questo paradiso a stomaco vuoto. La Dellacher Alm è facilmente raggiungibile dalla Egger Alm, seguendo la strada che passa dal romantico laghetto della malga. Dopo buoni 3,5 chilometri si arriva direttamente in malga. Da qui è possibile intraprendere escursioni meravigliose, ad esempio per raggiungere la cima Poludnig e il rifugio Poludnig-Alm.
Risalendo il pendio a qualche passo dalla Egger Alm, ci si può distendere sul prato fra i vivaci colori di erbe aromatiche e godersi la magnifica vista, con lo sguardo che si sofferma dapprima sulle 47 baite e sulla cappella dei reduci del villaggio della malga, indugiando poi fra i boschi, prima di spostarsi verso il lago Pressegger See sull’altro versante della valle, per ammirare il lato più incantevole delle Alpi della Gail. Tuttavia, non è soltanto il panorama unico nel suo genere a rendere così speciale l’alta valle con il piccolo laghetto. Il prato ondulato abbonda di vegetazione rigogliosa. Le mucche si cercano il posticino migliore dove brucare. È tutto ciò a garantire la buona riuscita di gustosi prodotti d’alpeggio, in primis il formaggio d’origine protetta Gailtaler Almkäse. La produzione di formaggi vanta una lunga tradizione su questa malga. Esattamente come cent’anni fa, il formaggio viene ancora prodotto con tanto amore e dedizione. Per i più curiosi, è possibile anche dare un’occhiata al caseificio. Non è necessario invece prenotare una sosta al rifugio dove si servono le pluripremiate specialità di formaggi al tagliere per merenda ma anche piatti caldi, come la zuppa di formaggio speziata o i canederli pressati al formaggio. Il menù comprende anche burro fresco d’alpeggio, lo Schotten (formaggio ricottoso), yogurt e ricotta. I bambini adorano il parco giochi e si avventurano alla scoperta dei dintorni. A fine luglio e inizio agosto si festeggia inoltre l’annuale taglio del formaggio con una sagra allestita in malga!
Il desiderio è quello di staccare la spina di tanto in tanto, inspirare a fondo e vivere il qui ed ora. Quassù alla Straniger Alm, nella natura mozzafiato al confine con l’Italia, funziona sempre! La Straniger Alm è raggiungibile percorrendo una strada sterrata ben tenuta. Per gli escursionisti di lunga percorrenza, la malga sul crinale meridionale della Valle della Gail rappresenta una tappa intermedia dalla posizione strategica ed una delle principali possibilità di pernottamento sull’Alta Via Carnica e sulla Via Alpina tra il Passo di Monte Croce Carnico e il Passo di Pramollo. Gli appassionati di mountainbike possono arrivare subito in Italia, gli escursionisti dilettanti possono seguire l’”anello del formaggio” o fare tappa alla vicina Kordin Alm e raggiungere le cime Waidegger Höhe, Schulterkofel o Hochwipfel. Nel piccolo spaccio di prodotti contadini è possibile acquistare specialità d’alpeggio per rifocillarsi lungo il sentiero oppure da portare a casa. La malga è gestita da un consorzio agrario dei villaggi limitrofi. Da tempo alla Straniger Alm si mantengono le tradizioni artigianali casearie. Ad esempio, si produce e si conserva il noto formaggio Gailtaler Almkäse secondo un’antica ricetta originale. Il formaggio stagiona con crosta naturale e deve il suo gusto speziato ad una piccola percentuale di latte di capra. Nell’ambito di corsi e workshop si possono apprendere antiche conoscenze sulla produzione casearia locale. Ad intervalli regolari si organizzano inoltre giri delle malghe con degustazione. Si cucina con amore, creatività ed alimenti provenienti dall’azienda agricola in loco. I visitatori si sentiranno come a casa e non vedranno l’ora di fare nuovamente tappa in questa malga accogliente.
La Zollnersee Hütte dell’Alpenverein si trova nel cuore di splendidi pascoli distesi tra il Passo di Monte Croce Carnico e Nassfeld, direttamente sul confine italiano. È una tappa fissa per gli escursionisti di lunga percorrenza sull’Alta Via Carnica e per i visitatori in giornata provenienti dalla regione. Difatti, l’area del Zollnersee è consigliabile a piedi, mountainbike o in auto, anche per le famiglie con bambini. Il nome deriva dal vicino lago raggiungibile direttamente dal rifugio, attraverso dolci paludi. Nel 2015 la regione con tutti i suoi geotrail è stata riconosciuta come geoparco mondiale dell’UNESCO. Il Zollner è la meta ideale per un viaggio nel tempo del Paleozoico, senza dover sfogliare tra libri polverosi di geografia. Nel 2018 la Zollnersee Hütte stessa è stata insignita di un ulteriore riconoscimento: è la prima baita Slow Food Travel dell’intera dorsale principale delle Alpi. Vi vengono serviti gustosi prodotti regionali dei contadini e produttori locali! I residenti consigliano l’escursione di un giorno attraverso il Zöllnertörl fino al Rifugio Fabiani. Dai monti di casa, Kleiner Trieb (Punta Medatte), Hoher Trieb (Cuestalta) e Findenig, si gode inoltre di una vista particolare sul paesaggio montano delle Alpi Carniche. Chi desidera pernottare alla Zollnersee Hütte può optare per il bivacco o una delle due camere doppie. Dopo una deliziosa colazione in malga, si può fare tappa alla Rosser Hütte che produce il noto formaggio Gailtaler Almkäse ed altri prodotti lattiero-caseari durante tutta l’estate. Altra tappa fissa è la Friedenskapelle (cappella della pace), gioiello architettonico eretto in memoria dei combattimenti della Prima Guerra Mondiale, meravigliosamente incastonato nel paesaggio.
Le Alpi Carniche hanno in serbo molteplici sorprese per gli esploratori più attivi. Una è indubbiamente il Lago Volaia (Wolayersee) sul fronte carinziano del crinale principale delle Alpi Carniche nei pressi del Passo di Monte Croce Carnico. Nelle giornate di sole le acque scintillano di color turchese mentre le cime della Hohe Warte, Seewarte o Seekopf si specchiano sulle calmi acque. Si tratta di una particolarità geologica, in quanto il lago non è alimentato da nessuna sorgente. Nella dolina, formatasi già nell’Era Glaciale, si accumulano le piogge e le acque del disgelo che dovrebbero disperdersi fra le rocce, ma non lo fanno, con grande gioia dell’uomo. La vista sull’idilliaco lago montano è incantevole. Per ore gli amanti della natura potrebbero sedere sulla terrazza della Wolayerseehütte, ammirare il lago e assaggiare la gustosa merenda a base di prelibatezze regionali. Tuttavia, l’apprezzata meta escursionistica ha molto altro da offrire. Il rifugio vanta alcune stanze e camerate e rappresenta un punto base importante per gli escursionisti di lunga percorrenza dell’Alta Via Carnica e per gli alpinisti appassionati. Ben due ferrate conducono da qui alla Hohe Warte. Inoltre, gli escursionisti dilettanti potranno apprendere informazioni importanti sulla nascita di questo incantevole paradiso montano percorrendo senza difficoltà il geotrail. La Wolayerseehütte è raggiungibile a piedi in due ore e mezza dalla Hubertuskapelle nella valle Wolayertal oppure in tre ore partendo dalla Untere Valentinalm sul Passo di Monte Croce Carnico.
ACCESSO: da Sappada comodamente in auto, oppure a piedi, seguendo un sentiero che attraversa un bosco di abeti rossi. Da Cima Sappada si prende la strada che passa tra le case della borgata, sino alla deviazione per le sorgenti del Piave e per la Val Sesis. Dopo una breve rampa in salita, si attraversa la strada principale per poi immettersi su un sentiero che sfocia nel mezzo di sedimenti glaciali, dove scorre il Piave. Da Cima Sappada sono necessari 45 minuti per raggiungere il rifugio Piani del Cristo.